Il ponte tibetano della Valsorda nel Parco Regionale della Lessinia (VR)
Nato da un “sogno” del “mitico” Pio Spada di San Rocco, il ponte tibetano della Valsorda, tra Marano di Valpolicella e Sant’Anna d’Alfredo, nel Parco regionale della Lessinia, è divenuto realtà nell’aprile 2012. Si tratta di un elemento a forte valenza simbolica e fin dall’inizio il progetto ha cercato di rispettare il più possibile lo spirito del luogo, inserendosi in modo leggero e quasi “trasparente” in uno dei contesti ambientali e naturalistici più belli di tutta la Provincia di Verona, quello della Valsorda, per l’appunto.
Il ponte tibetano della Valsorda è senza dubbio un opera unica nel suo genere nel panorama regionale, e, per certi versi, anche nazionale, che ha richiesto uno studio accurato quanto appassionato sia degli aspetti statici-strutturali sia dei dettagli costruttivi dell’opera, sia degli aspetti logistici di cantiere, oltre ad una presenza costante e continuativa in cantiere in fase di direzione lavori. I primi sopralluoghi, effettuati nel mese di novembre e dicembre 2010, insieme con l’allora sindaco ing. Simone Venturini, con l’amico Pio Spada e con il geom. Claudio Zardini, hanno permesso di individuare la posizione ottimale del ponte tibetano in uno dei tratti più suggestivi della Valsorda, dove essa risulta essere più stretta e profondamente incisa tra le pareti rocciose, collegando i due versanti opposti ad una quota di ca. 420 m s.l.m. Nella primavera 2011 si è proceduto alla progettazione della struttura. A fine 2011 sono stati appaltati i lavori.
Il ponte ha lunghezza pari a L = 52,69 m e freccia, in condizioni di massimo carico, pari a f = 2,63 m. Le testate del ponte si trovano alla stessa quota sul livello del mare, 420 m ca., mentre l’altezza dal rio Mondrago sottostante è di ca. 40,0 m.
Il ponte, calcolato per un carico accidentale di 4,0 kN/mq, è realizzato con 4 funi portanti di acciaio del tipo spiroidale per uso strutturale: 2 inferiori di sostegno per il piano di calpestio e 2 superiori per il corrimano. L’interasse tra le funi portanti inferiori è pari a 720 mm. L’interasse tra le due funi portanti superiori (corrimano) è pari a 1080 mm. L’interasse tra le funi inferiori e le funi superiori misurato verticalmente è pari a 1300 mm, per cui l’altezza del parapetto utile risulta essere di ca. 1250 mm. Le funi inferiori e superiori sono opportunamente collegate tra di loro tramite barre in acciaio in modo tale da garantire la collaborazione contemporanea di tutte e 4 le funi nei confronti dei carichi agenti.
Le estremità delle funi portanti, da ambo le parti, sono realizzate con capicorda chiusi in acciaio forgiato e zincato a caldo, mediante procedimento a testa fusa, aventi efficienza pari al 100% del carico di rottura minimo garantito della fune stessa. Per la regolazione della freccia e la corretta tesatura delle funi si sono utilizzati appositi tenditori in acciaio forgiato e temprato ad alta resistenza, zincati a caldo, del tipo forcella – forcella.
Il piano calpestabile è realizzato mediante elementi di grigliato in lamiera di acciaio, profilata a C, stampato a freddo sbalzato, forato e zincato a caldo. Il parapetto è realizzato mediante 4 funi di acciaio a trefoli ad anima metallica e da una rete metallica a doppia torsione e maglia esagonale in filo di acciaio in lega Zn-Al, antismagliatura.
Le estremità del ponte, sulle due sponde opposte del Rio Mondrago, sono realizzate mediante un pezzo unico realizzato in carpenteria metallica, appositamente studiata in modo tale da essere trasportabile in loco con un solo viaggio di elicottero e facilmente posizionabile sul plinto di fondazione. Le testate in carpenteria metallica sono zincate e verniciate e vincolate al plinto ed alla roccia sottostante mediante ancoraggi profondi in barre di acciaio a filettatura continua.
Particolare cura è stata dedicata fin dalle prime fasi di progettazione allo studio dei particolari costruttivi con l’obiettivo di ottenere una soluzione sicura, semplice e veloce da realizzare in opera, tenuto altresì conto delle condizioni operative e del contesto in cui si inserisce la struttura. In particolare le modalità di montaggio del ponte sono state studiate in modo tale da semplificare le operazioni di cantiere e da tenere in debito conto anche gli aspetti strettamente connessi alla salute e sicurezza dei lavoratori, chiamati ad operare in un contesto ambientale molto particolare.
Il ponte tibetano non è raggiungibile tramite automezzi e vi si può accedere solamente a piedi, dopo ca. mezz’ora di cammino in discesa da Malga Biancari (595 m s.l.m) o in salita da Molin del Cao (310 m s.l.m.) dotati di idonee calzature da montagna.
In considerazione della tipologia di lavoro e del contesto ambientale in cui si era chiamati ad operare la logistica di cantiere aveva una importanza fondamentale al fine di evitare un incremento considerevole delle somme richieste per la realizzazione dell’opera. Per tale motivo fin dalle prime fasi di progettazione è stata posta particolare attenzione agli aspetti concernenti la logistica di cantiere.
La maggior parte delle operazioni (trasporto sul sito delle attrezzature e dei materiali necessari, getto del calcestruzzo per le fondazioni, posizionamento delle strutture metalliche di estremità, posizionamento delle funi portanti, ecc.) ha richiesto l’impiego dell’elicottero del tipo Ecureuil B3.
L’importo lavori ammontava ad € 96.300,00. L’incidenza dell’elicottero è stata di ca. 10%.
L’impresa aggiudicataria dell’appalto di realizzazione del ponte tibetano è risultata Naturalmente Verde – lavori Verticali di Udine, dotata dei macchinari e attrezzature idonee e di manodopera e know-how necessari per l’esecuzione a regola d’arte del lavoro. I lavori sono stati eseguiti da personale rocciatore esperto, dotato di idonei sistemi anticaduta ed in regola con la formazione ed informazione specifica ed i corsi previsti dall’art. 116 del D.Lgs. 81/2008 per i lavori temporanei in quota con sistema di accesso e di posizionamento mediante funi.
I lavori sono cominciati il 15 dicembre 2011 e sono stati ultimati il 05 aprile 2012, per un totale di 37 effettive giornate lavorative e 111 Uomini – giorno, al netto delle sospensioni per presenza di ghiaccio e neve, per la maturazione del calcestruzzo prima di procedere alle perforazioni, e per la messa a punto della carpenteria metallica. Il ponte è stato ufficialmente inaugurato dal presidente della Comunità Montana geom. Claudio Melotti e dal sindaco di Marano di Valpolicella, dr. Ing. Simone Venturini, in data 01 maggio 2012 alla presenza di ca. 500 persone allietate da un’ottimo risotto all’amarone preparato dalla locale Pro Loco a Malga Biancari.
- Posted by studiocastaldini
- On 07/12/2015
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